A
AGIBILITÀ: In termini generali è la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico degli edifici e degli impianti, valutate sulla base della normativa vigente. In emergenza sismica, a seguito di un evento, il “giudizio di agibilità” emesso dai tecnici che operano durante l’emergenza, riguarda la possibilità di continuare ad utilizzare l’edificio, per le funzioni a cui era adibito, rimanendo ragionevolmente protetta la vita umana nel caso si verificasse una nuova scossa sismica di intensità paragonabile a quella già avvenuta. Per poter dare il giudizio di agibilità i tecnici effettuano il rilievo del danno. Il giudizio ha valore fino ad una scossa successiva che modifichi significativamente la resistenza dell’edificio o fino alla completa riparazione dell’edificio, dopo la quale un tecnico abilitato redigerà una perizia sulla definitiva agibilità dello stesso edificio.
AREE DI ACCOGLIENZA O DI RICOVERO DELLA POPOLAZIONE: Sono luoghi, individuati in aree sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio e poste nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche e fognarie, in cui vengono installati i primi insediamenti abitativi per alloggiare la popolazione colpita. Dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni per consentirne l’allestimento e la gestione. Rientrano nella definizione di aree di accoglienza o di ricovero anche le strutture ricettive (hotel, residence, camping, etc.).
AREE DI AMMASSAMENTO SOCCORRITORI E RISORSE: Luoghi, in zone sicure rispetto alle diverse tipologie di rischio, dove dovranno trovare sistemazione idonea i soccorritori e le risorse necessarie a garantire un razionale intervento nelle zone di emergenza. Tali aree dovranno essere facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri, anche con mezzi di grandi dimensioni, e ubicate nelle vicinanze di risorse idriche, elettriche ed con possibilità di smaltimento delle acque reflue. Il periodo di permanenza in emergenza di tali aree è compreso tra poche settimane e qualche mese.
AREE DI ATTESA DELLA POPOLAZIONE: Sono i luoghi di prima accoglienza per la popolazione; possono essere utilizzate piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati non soggetti a rischio (frane, alluvioni, crollo di strutture attigue, etc.), raggiungibili attraverso un percorso sicuro. Il numero delle aree da scegliere è funzione della capacità ricettiva degli spazi disponibili e del numero degli abitanti. In tali aree la popolazione riceve le prime informazioni sull’evento e i primi generi di conforto. Le Aree di Attesa della popolazione saranno utilizzate per un periodo di tempo compreso tra poche ore e qualche giorno.
AREE DI EMERGENZA: Aree destinate, in caso di emergenza, ad uso di protezione civile. Esse devono essere preventivamente individuate nella pianificazione di emergenza e possono essere di tre tipi:
–
ATTIVITA’ ADDESTRATIVA: Attività per verificare la prontezza e l’efficacia delle strutture operative e delle componenti di protezione civile, attraverso esercitazioni, per la verifica dei piani di protezione civile e, in generale, per la verifica operativa di procedure da attuare in emergenza (art. 6-
AUTOCOMBUSTIONE: Fenomeno legato a processi fermentativi con produzione di calore e di gas che, a contatto con l’ossigeno, possono provocare un vero e proprio incendio. L’autocombustione difficilmente si verifica nei boschi.
AVVISO: Documento emesso, se del caso, dal DPC o dalle Regioni per richiamare ulteriore e specifica attenzione su possibili eventi comunque segnalati nei Bollettini di vigilanza meteo e/o di criticità. Può riguardare eventi già previsti come particolarmente anomali o critici, o eventi che in modo non atteso, ma con tempi compatibili con le possibilità e l’efficacia delle attività di monitoraggio strumentale e di verifica
degli effetti sul territorio, evolvono verso livelli di criticità superiore. Il documento è reso disponibile al Servizio Nazionale della Protezione civile, affinchè, sulla base di procedure univocamente e autonomamente stabilite e adottate dalle Regioni, siano attivati i diversi livelli di allerta a cui corrispondono idonee misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.
AVVISO DI CRITICITA’ REGIONALE: Documento emesso dal Centro Funzionale Decentrato (se attivato) o dal Centro Funzionale Centrale (in base al principio di sussidiarietà), in cui e’ esposta una generale valutazione del manifestarsi e/o dell’evolversi di eventi con livelli di criticità almeno moderata o elevata. L’avviso riporta il tipo di rischio ed il livello di criticità atteso per almeno le successive 24 ore in ogni zona d’allerta. L’ adozione dell’Avviso è di competenza del Presidente della Giunta Regionale o dal soggetto da lui a tal fine delegato sulla base della legislazione regionale in materia.
B
BENEFICI DI LEGGE: Insieme di garanzie riconosciute ai volontari di protezione civile dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194 dell’8 febbraio 2001.
I volontari lavoratori hanno il diritto di assentarsi legittimamente dal posto di lavoro per attività autorizzate dal Dipartimento della Protezione Civile o dalle autorità territoriali di protezione civile che abbiano adottato propri strumenti regolamentari in attuazione dell’art. 15 del Dpr 194/2001, hanno diritto alla retribuzione nei giorni di assenza e alla conservazione del posto di lavoro.
Il datore di lavoro è tenuto a consentire lo svolgimento delle attività e ha il diritto di chiedere al Dipartimento della Protezione Civile o all’autorità territoriale, se previsto, secondo il percorso istruttorio di volta in volta indicato, il rimborso dei compensi versati al lavoratore.
BOLLETTINO: Documento emesso quotidianamente dal Centro Funzionale Centrale o Decentrato, in cui è rappresentata una previsione degli eventi attesi, sia in termini di fenomeni meteorologici che in termini di valutazione dei possibili conseguenti effetti al suolo. La previsione è da intendersi in senso probabilistico, associata a livelli di incertezza significativa e che permane per alcune tipologie di fenomeni, ad es. temporali.
Il documento è reso disponibile al Servizio Nazionale della Protezione civile, affinché, sulla base di procedure univocamente ed autonomamente stabilite e adottate dalle Regioni, siano attivati i diversi livelli di allerta a cui corrispondono idonee misure di prevenzione e di gestione dell’emergenza.
BOLLETTINO DI CRITICITA’ IDROGEOLOGICA E IDRAULICA: Bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale per segnalare la valutazione dei livelli di criticità idrogeologica e idraulica mediamente attesi, per il giorno di emissione e per il successivo, sulle zone di allerta in cui è suddiviso il territorio italiano. Il documento rappresenta la valutazione del possibile verificarsi, o evolversi, di effetti al suolo (frane e alluvioni) dovuti a fenomeni meteorologici, sulla base di scenari di evento predefiniti. La previsione è quindi da intendersi in senso probabilistico, come grado di probabilità del verificarsi di predefiniti scenari di rischio in un’area non inferiore a qualche decina di chilometri.
BOLLETTINO DI VIGILANZA METEOROLOGICA NAZIONALE: Bollettino emesso dal Centro Funzionale Centrale per segnalare i fenomeni meteorologici significativi previsti per il giorno di emissione e per i successivi, su ogni zona di vigilanza meteorologica in cui è suddiviso il territorio italiano.
Il documento rappresenta i fenomeni meteorologici rilevanti ai fini di Protezione Civile e ne indica i quantitativi.
C
CAPI: Polo logistico dove vengono stoccati e mantenuti in efficienza risorse da distribuire in caso di emergenza per il soccorso e l’assistenza alla popolazione (tende, impiantistica, effetti letterecci, generatori, etc.) e per l’operatività dei soccorritori (veicoli, idrovore, potabilizzatori,etc.).
CARTA DELLE INDAGINI: Carta che riporta l’ubicazione e il tipo di indagini eseguite per caratterizzare il sottosuolo. Nell’ambito degli studi di micro zonazione sismica su tale carta sono riportati i sondaggi, le indagini geofisiche, le misure strumentali e ogni altra informazione utile alla caratterizzazione del territorio in prospettiva sismica.
CARTA GEOLOGICA: Carta che riporta i limiti delle unità litologiche riconosciute nell’area di studio, distinte sulla base delle caratteristiche fisiche delle rocce e non della loro età, o associazione di fossili. La carta riporta anche gli elementi tettonici non attivi – faglie, pieghe, sovrascorrimenti – e geomorfologici.
CATASTO DELLE AREE PERCORSE DAL FUOCO: Dal 2000 ciascun comune è tenuto a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nel quinquennio precedente, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato, e aggiornarlo annualmente a fronte di nuovi incendi. L’elenco delle particelle catastali interessate dall’incendio e, pertanto, soggette alle limitazioni previsti dalla legge, deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate e approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 dell’art. 10 della Legge 353/2000, solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.
CATENA DEI SOCCORSI: Sequenza di dispositivi, funzionali e/o strutturali, che consentono la gestione delle vittime di una catastrofe ad effetto più o meno limitato. Consiste nell’identificazione, delimitazione e coordinamento di vari settori di intervento per il salvataggio delle vittime, l’allestimento di una Noria di salvataggio tra il luogo dell’evento e il Pma e l’allestimento di una Noria di evacuazione tra il Pma e gli ospedali.
CCS –
CENTRO FUNZIONALE PER FINALITA’ DI PROTEZIONE CIVILE (RETE DEI CFC): Rete di centri di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le allerte e per la gestione dell’emergenza. Ai fini delle funzioni e dei compiti valutativi, decisionali, e delle conseguenti assunzioni di responsabilità, la rete dei Centri Funzionali è costituita dai Centri Funzionali Regionali, o Decentrati e da un Centro Funzionale Statale o Centrale, presso il Dipartimento della protezione civile. La rete dei Centri Funzionali opera secondo criteri, metodi, standard e procedure comuni ed è componente del Servizio nazionale della protezione civile. Il servizio svolto dalla rete, nell’ambito della gestione del sistema di allertamento nazionale per il rischio idrogeologico ed idraulico, si articola in due fasi: la fase di previsione circa la natura e l’intensità degli eventi meteorologici attesi, degli effetti che il manifestarsi di tali eventi potrebbe determinare sul territorio, nella valutazione del livello di criticità atteso nelle zone d’allerta e la fase di monitoraggio e sorveglianza del territorio.
CENTRO OPERATIVO: Centro di protezione civile attivato sul territorio colpito dall’emergenza per garantire la gestione coordinata degli interventi. Il centro deve essere collocato in area sicura rispetto alle diverse tipologie di rischio, in una struttura idonea dal punto di vista strutturale, funzionale e logistico. È strutturato in funzioni di supporto, secondo il Metodo Augustus, dove sono rappresentate tutte le amministrazioni, gli enti e i soggetti che concorrono alla gestione dell’emergenza. La catena classica di coordinamento, in un modello puramente teorico, prevede, dal livello locale a quello nazionale l’attivazione
dei seguenti Centri gerarchicamente sovraordinati: Coc –
CLASSIFICAZIONE SISMICA: La classificazione sismica è la suddivisione del territorio in zone a diversa pericolosità sismica. Attualmente il territorio italiano è suddiviso in quattro zone, nelle quali devono essere applicate delle speciali norme tecniche con livelli di protezione crescenti per le costruzioni (norme antisismiche), massima in Zona 1, la zona più pericolosa, dove in passato si sono avuti danni gravissimi a causa di forti terremoti. Tutti i comuni italiani ricadono in una delle quattro zone sismiche.
COA –
COAU –
COC –
COI –
COLONNA MOBILE: È l’insieme omogeneo di squadre di soccorritori, mezzi, attrezzature e moduli specialistici, anche appartenenti a strutture diverse ma unitariamente coordinati, che intervengono in situazione di emergenza. La colonna mobile è progettata e realizzata in modo da garantire standard operativi strumentali e prestazionali omogenei per tutti gli interventi e per assicurare la necessaria continuità di azione per tutta la durata dell’evento calamitoso.
COLONNA MOBILE REGIONALE: La Colonna mobile regionale nasce da un progetto della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e prevede che tutte le Regioni e le Province autonome abbiano strutture funzionali modulari intercambiabili in grado di garantire standard operativi strumentali e di prestazione omogenei per tutti gli interventi e piena autosufficienza per l’intera durata dell’emergenza. La Colonna mobile è costituita dall’insieme di uomini, attrezzature e procedure e nell’estensione più ampia di intervento si articola in:
moduli assistenza alla popolazione,
moduli produzione e distribuzione pasti,
moduli telecomunicazioni in emergenze,
modulo segreteria e comando,
modulo logistica per gli addetti ed i soccorsi,
modulo sanitario Pma –
COM –
COMPONENTI DEL SERVIZIO NAZIONALE DELLA PROTEZIONE CIVILE: Ai sensi dell’art. 6 della L. 225/92, sono Componenti del Servizio Nazionale della Protezione Civile le amministrazioni dello Stato, le regioni, le province, i comuni e le comunità montane che, secondo i rispettivi ordinamenti e le rispettive competenze, provvedono all’attuazione delle attività di protezione civile. Concorrono alle attività di protezione civile anche enti pubblici, istituti e gruppi di ricerca scientifica, ogni altra istituzione e organizzazione anche privata, e i cittadini, i gruppi associati di volontariato civile, gli ordini e i collegi professionali.
CONSULTA REGIONALI DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE: Organi consultivi delle organizzazioni di volontariato di protezione civile di livello regionale. Sono istituite con provvedimento regionale e possono essere previste da leggi regionali. Le stesse funzioni consultive sono svolte, su base provinciale, dalle Consulte provinciali del volontariato. Esiste anche la consulta Nazionale del volontariato di protezione civile.
COORDINAMENTI DI ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE: Organismi che raggruppano più organizzazioni di volontariato che si riuniscono e si riconoscono in uno statuto comune. Possono creare una nuova organizzazione autonomamente iscritta nei registri regionali e/o nazionali, o possono rappresentare coordinamenti di fatto. Si propongono di rafforzare i rapporti fra le varie componenti del volontariato, mantengono i collegamenti e collaborano con le istituzioni.
E
EPICENTRO: Punto sulla superficie terrestre dove è più forte lo scuotimento provocato dal passaggio delle onde sismiche. L’epicentro si trova sulla verticale dell’ipocentro.
ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE: Attività addestrativa delle Componenti e Strutture Operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile, che, dato uno scenario simulato, verificano le proprie procedure di allertamento, di attivazione e di intervento nell’ambito del sistema di coordinamento e gestione dell’emergenza. Le esercitazioni possono essere di livello internazionale, nazionale, regionale o locali e possono prevedere il coinvolgimento attivo della popolazione.
ESPOSIZIONE: o Valore esposto, è il numero di unità (o “valore”) di ognuno degli elementi a rischio presenti in una data area, come le vite umane o gli insediamenti.
EVENTO: Fenomeno di origine naturale o antropica in grado di arrecare danno alla popolazione, alle attività, alle strutture e infrastrutture del territorio. La legge n. 225 del 1992 all’art. 2 individua tre tipi di eventi di protezione civile:
a) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che possono essere fronteggiati con interventi di singoli enti e amministrazioni in via ordinaria;
b) eventi naturali o connessi con l’attività dell’uomo che, per loro natura ed estensione, comportano l’intervento coordinato di più enti e amministrazioni in via ordinaria;
c) calamità naturali, catastrofi o altri eventi che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari.
F
FAGLIA ATTIVA: Faglia che presenta evidenze di scorrimento relativo tra due volumi di roccia/terreno avvenuto nel corso degli ultimi 40.000 anni, per cui si presume che lo scorrimento possa ancora verificarsi.
FAGLIA: Il movimento delle placche litosferiche in cui è suddivisa la crosta terrestre, determina forti pressioni sulle rocce in profondità causandone la rottura lungo superfici di frattura chiamate faglie. Le rocce in prossimità dei piani di faglia (la superficie di scorrimento) risultano spesso intensamente frantumate a causa della frizione tra i blocchi di roccia in spostamento relativo. La faglia può essere:
inversa, se il movimento dei blocchi di roccia a contatto lungo la superficie di rottura è compressivo –
normale o diretta, se il movimento dei blocchi è distensivo – i blocchi si allontanano;
trascorrente, se il movimento dei blocchi è prevalentemente orizzontale – i blocchi scorrono uno di fianco all’altro.
FUNZIONI DI SUPPORTO: Costituiscono la struttura organizzativa di base dei centri operativi e rappresentano i diversi settori di attività della gestione dell’emergenza. Ciascuna Funzione è costituita da rappresentanti delle strutture che concorrono, con professionalità e risorse, per lo specifico settore ed è affidata al coordinamento di un responsabile. Le funzioni di supporto vengono attivate, negli eventi emergenziali, in maniera flessibile, in relazione alle esigenze contingenti e in base alla pianificazione di emergenza.
G
GEOMORFOLOGIA: Disciplina delle Scienze della Terra che ha per oggetto lo studio delle forme della crosta terrestre, e dei fenomeni che le modificano.
GRANDE EVENTO: Evento di particolare complessità organizzativa sotto il profilo della sicurezza, dell’ordine pubblico, della mobilità, dell’accoglienza e dell’assistenza sanitaria, che richiede l’adozione di misure di carattere straordinario e urgente, per assicurare un regolare svolgimento dell’evento. La legge n. 401 del 9 novembre 2001 estende al “grande evento” le disposizioni della legge n. 225 del 24 febbraio 1992 sulla dichiarazione dello stato di emergenza, in particolare sull’uso delle ordinanze a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri.
GRUPPO COMUNALE DI VOLONTARIATO DI PC: GRUPPO COMUNALE DI VOLONTARIATO DI PC: Organizzazione istituita con deliberazione dell’amministrazione comunale, che raggruppa volontari di protezione civile alle dipendenze del Sindaco o di un suo delegato.
I
INFRASTRUTTURA CRITICA: Sistema, risorsa, processo, assetto, anche virtuale, la cui distruzione, interruzione o anche parziale o momentanea indisponibilità ha l’effetto di indebolire in maniera significativa l’efficienza e il funzionamento normale di un Paese, ma anche la sicurezza e il sistema economico-
IPOCENTRO: Volume di roccia in profondità dove ha origine il terremoto, e dal quale le onde sismiche si propagano in tutte le direzioni.
INCENDIO DI INTERFACCIA: Incendio che interessa le aree di interconnessione tra la struttura antropizzata e le aree naturali.
L
LIVELLI DI ALLERTA: Scala di allertamento del servizio nazionale della protezione civile in caso di evento atteso o in corso, che dispone l’attivazione della fase di prevenzione del rischio, e/o delle diverse fasi della gestione dell’emergenza.
La relazione tra i livelli di criticità valutati dal Centro Funzionale e i diversi livelli di allerta è stabilita, univocamente ed autonomamente, dalle Regioni, ed è adottata in apposite procedure.
La dichiarazione e l’adozione dei livelli di allertamento del sistema di protezione civile sono sempre e comunque nella responsabilità delle strutture locali competenti (comune, provincia e regione) come definite dall’art. 108 del D.lgs.112/98.
LIVELLI DI CRITICITA’: Scala articolata su 3 livelli che definisce, in relazione ad ogni tipologia di rischio, uno scenario di evento che si può verificare in un ambito territoriale.
Per il rischio idrogeologico e idraulico sono definiti i livelli di criticità ordinaria, moderata ed elevata.
La valutazione dei livelli di criticità è di competenza del Centro Funzionale Decentrato, se attivato, o del Centro Funzionale Centrale, in base al principio di sussidiarietà.
LIQUEFAZIONE: Fenomeno per cui, in conseguenza dell’applicazione di azioni dinamiche quali le azioni sismiche agenti in condizioni non drenate, un terreno perde la propria resistenza al taglio. La causa sta nell’incremento delle pressioni interstiziali che segue alla sollecitazione dinamica: l’incremento, sommato al valore iniziale della pressione interstiziale, arriva a uguagliare il valore delle tensioni normali applicate determinando l’annullamento delle tensioni efficaci e dunque della resistenza. Sono particolarmente suscettibili di liquefazione dinamica i depositi superficiali di terreni granulari sciolti sotto falda.
METODO AUGUSTUS: E’ uno strumento semplice e flessibile di indirizzo per la pianificazione di emergenza ai diversi livelli territoriali di competenza. La denominazione deriva dall’idea dell’imperatore Ottaviano Augusto che “il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato delle cose”.
MESSA IN SICUREZZA D’EMERGENZA: Interventi mirati a ridurre il rischio in un determinato ambiente attuati tempestivamente in caso di emergenza, anche in via provvisoria, con la finalità primaria di salvaguardia della vita umana.
MODELLO INTEGRATO: Individuazione preventiva sui territori oggetto di pianificazione di emergenza dei centri operativi e delle aree di emergenza.
MODELLO DI INTERVENTO: Organizzazione della risposta all’emergenza da parte del sistema di protezione civile ai diversi livelli di responsabilità, anche attraverso la pianificazione e l’attivazione dei centri operativi sul territorio.
MAGNITUDO: Misura dell’energia liberata da un terremoto all’ipocentro. È calcolata a partire dall’ampiezza delle onde sismiche registrate dal sismografo, ed è riportata su una scala di valori logaritmica delle energie registrate, detta Scala Richter. Ciascun punto di magnitudo corrisponde ad un incremento di energia di circa 30 volte: l’energia sviluppata da un terremoto di Magnitudo 6 è circa 30 volte maggiore di quella prodotta da uno di Magnitudo 5, e circa 1000 volte maggiore di quella prodotta da un terremoto di Magnitudo 4.
MAINSHOCK (scossa principale): Scossa più forte nell’ambito di un periodo sismico, o sequenza.
MICROZONAZIONE SISMICA: Suddivisione di un territorio a scala comunale in aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta sismica locale, prendendo in considerazione le condizioni geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche in grado di produrre fenomeni di amplificazione del segnale sismico e/o deformazioni permanenti del suolo (frane, liquefazioni, cedimenti e assestamenti).
N
NORMATIVA ANTISISMICA: Norme tecniche “obbligatorie” che devono essere applicate nei territori classificati sismici quando si voglia realizzare una nuova costruzione o quando si voglia migliorare una costruzione già esistente. Costruire rispettando le norme antisismiche significa garantire la protezione dell’edificio dagli effetti del terremoto: in caso di terremoto, infatti, un edificio antisismico potrà subire danni ma non crollerà, salvaguardando la vita dei suoi abitanti.
O
OSPEDALE DA CAMPO: Dispositivo di intervento composto da uomini e mezzi in grado di assicurare alle vittime di una catastrofe un livello di cure intermedio tra il primo soccorso e il trattamento definitivo. È una struttura adibita a interventi chirurgici di urgenza, assistenza intensiva protratta per più ore e degenza di osservazione clinica.
ONDATA DI CALORE: Le ondate di calore sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, caratterizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o settimane.
ORGANIZZAZIONE REGIONALE DI VOLONTARIATO DI PC: Organismo liberamente costituito e senza fini di lucro che svolge o promuove attività di previsione, prevenzione e soccorso per eventi di protezione civile. Si avvalgono prevalentemente delle prestazioni personali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, curandone anche le attività di formazione e addestramento. L’organizzazione è iscritta negli elenchi regionali, ed eventualmente nell’elenco nazionale del Dipartimento della Protezione Civile.
P
PERICOLOSITA’: la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area.
PIANIFICAZIONE/PIANO D’EMERGENZA: Elaborazione coordinata delle procedure operative d’intervento da attuarsi nel caso si preannunci e/o verifichi l’evento atteso contemplato in un apposito scenario di riferimento.
PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: Piano di emergenza redatto dai comuni per gestire adeguatamente un’emergenza ipotizzata nel proprio territorio, sulla base degli indirizzi regionali, come indicato dal DLgs. 112/1998. Tiene conto dei vari scenari di rischio considerati nei programmi di previsione e prevenzione stabiliti dai programmi e piani regionali.
PRECURSORI: Grandezze e relativi valori indicatori del probabile manifestarsi di prefigurati scenari d’evento, nonché dei conseguenti effetti sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente, qualora non intervenga nessuna azione di contrasto e contenimento, ancorché temporanea e provvisoria, dell’evento stesso.
PREVENZIONE: Attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti ad un evento calamitoso e comprendono gli interventi strutturali e non strutturali quali la pianificazione di emergenza, le esercitazioni di protezione civile, la formazione e l’informazione alla popolazione.
PREVISIONE: Attività diretta a determinare le cause dei fenomeni calamitosi, a individuare i rischi e a delimitare il territorio interessato dal rischio.
PROCEDURE OPERATIVE: Stima quantitativa dello scuotimento del terreno dovuto a un evento sismico, in una determinata area. La pericolosità sismica può essere analizzata con metodi deterministici, assumendo un determinato terremoto di riferimento, o con metodi probabilistici, nei quali le incertezze dovute alla grandezza, alla localizzazione e al tempo di occorrenza del terremoto sono esplicitamente considerati. Tale stima include le analisi di pericolosità sismica di base e di pericolosità sismica locale.
PROGRAMMAZIONE: Attività che comprende la fase di previsione dell’evento, cioè la conoscenza tecnico-
R
RETE SISMICA NAZIONALE: Rete di monitoraggio sismometrico distribuita sull’intero territorio nazionale, e gestita dall’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Costituita da un centinaio di stazioni sismiche, svolge funzioni di studio e di sorveglianza sismica, fornendo i parametri epicentrali al Dipartimento della Protezione Civile per l’organizzazione degli interventi di emergenza.
RESILIENZA: Nell’ambito della protezione civile si intende la capacità di una comunità di affrontare gli eventi calamitosi, di superarli e di uscirne rafforzata o addirittura trasformata.
RISCHIO: Ai fini di protezione civile, il rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo.
Il rischio è traducibile nella formula: R = Probabilità x Vulnerabilità x Esposizione
S
SCENARIO DELL’EVENTO: Evoluzione nello spazio e nel tempo del solo evento prefigurato, atteso e/o in atto, pur nella sua completezza e complessità.
SUPERAMENTO DELL’EMERGENZA: Tutte le attività con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita.
SCALA RICHTER: Scala ideata dal Charles Richter nel 1935, misura la forza di un terremoto indipendentemente dai danni che provoca alle cose e alle persone, attraverso lo studio delle registrazioni dei sismografi.
SCENARIO DI RISCHIO: Evoluzione nello spazio e nel tempo dell’evento e dei suoi effetti, della distribuzione degli esposti stimati e della loro vulnerabilità anche a seguito di azioni di contrasto.
SISMICITA’: La distribuzione di terremoti nello spazio e nel tempo. In generale indica il numero di terremoti nell’unità di tempo o la relativa attività sismica.
SERVIZIO NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE: Istituito dalla legge n. 225 del 1992, ha il fine di tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Le sue specifiche attività sono quelle volte alla previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio, al soccorso delle popolazioni sinistrate ed ogni altra attività necessaria ed indifferibile diretta a superare l’emergenza.
SISTEMA: Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2008: Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze.
Presso il Dipartimento della protezione civile è attivo un centro di coordinamento denominato Sistema che garantisce la raccolta, la verifica e la diffusione delle informazioni di protezione civile con l’obiettivo di allertare immediatamente, e quindi attivare tempestivamente, le diverse componenti e strutture preposte alla gestione dell’emergenza. Sistema opera 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, con la presenza di personale del Dipartimento e delle strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile di seguito elencate:
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, componente fondamentale del Servizio Nazionale della Protezione Civile (art. 11 della legge 24 febbraio 1992, n. 225);
Forze Armate (attraverso il Comando operativo di vertice interforze);
Polizia di Stato;
Arma dei Carabinieri;
Guardia di Finanza;
Corpo Forestale dello Stato;
Capitanerie di Porto –
Guardia Costiera. Croce Rossa Italiana
STATO DI CALAMITA’: Situazione che segue eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale, che provochano ingenti danni alle attività produttive dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura. Non è di particolare gravità da richiedere la dichiarazione dello stato di emergenza ed è disciplinato da una normativa ordinaria che regola l’intervento finanziario a ristoro parziale del danno.
STATO DI EMERGENZA: Al verificarsi di eventi di tipo “c” (art. 2, L.225/92), eventi cioè che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale.
T
TERREMOTO: Intenso scuotimento della terra in un sito, come effetto del rapido spostamento di grandi porzioni di crosta terrestre in corrispondenza di una faglia posta all’interno della crosta stessa, la sorgente sismica. L’entità del terremoto dipende dalle caratteristiche geometriche della faglia, dalle modalità di propagazione della perturbazione tra la sorgente e il sito, e dalle caratteristiche lito-
TSUNAMI: Letteralmente “onda di porto”, è un termine giapponese che indica un tipo di onda anomala che non viene fermata dai normali sbarramenti posti a difesa dei porti. Il fenomeno dello tsunami consiste in una serie di onde che si propagano attraverso l’oceano. Le onde sono generate dai movimenti del fondo del mare, generalmente provocati da forti terremoti sottomarini, ma anche da eruzioni vulcaniche e da grosse frane sottomarine.
VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE: Componente del Servizio Nazionale individuata dall’art. 6 della legge n. 225 /1992, concorre alle attività di protezione civile in qualità di struttura operativa nazionale, con funzioni di supporto alle azioni di protezione civile adottate dalle istituzioni: previsione, prevenzione e soccorso per eventi di protezione civile.
Specificamente formato e addestrato, opera mediante prestazioni personali, volontarie e gratuite, svolte da persone che aderiscono a organismi liberamente costituiti senza fini di lucro, inclusi i gruppi comunali di protezione civile. La partecipazione delle organizzazioni di volontariato al sistema pubblico di protezione civile è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica n. 194 del 2001.
VALORE ESPOSTO (esposizione): Termine che indica l’elemento che deve sopportare l’evento, e può essere espresso dal numero di presenze umane, o dal valore delle risorse naturali ed economiche presenti ed esposte a un determinato pericolo. Il prodotto della vulnerabilità per il valore esposto indica le conseguenze di un evento per l’uomo, in termini di vite umane e di danni agli edifici, alle infrastrutture ed al sistema produttivo.
VITTIMA: Persona coinvolta nell’evento. Comprende feriti, illesi e deceduti.
VULNERABILITA’: Attitudine di una determinata componente ambientale – popolazione umana, edifici, servizi, infrastrutture, ecc. – a sopportare gli effetti di un evento, in funzione dell’intensità dello stesso.
La vulnerabilità esprime il grado di perdite di un dato elemento o di una serie di elementi causato da un fenomeno di una data forza. È espressa in una scala da zero a uno, dove zero indica che non ci sono stati danni, mentre uno corrisponde alla distruzione totale.
ZONE DI ALLERTA: Ambiti territoriali in cui sono suddivisi i bacini idrografici caratterizzati da risposta meteorologica, idrologica e nivologica omogenea in occasione dell’insorgenza del rischio.
Sul territorio nazionale, sono identificate 133 zone di allerta, delimitate tenendo in considerazione le possibili tipologie di rischio presenti e l’evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti.
ZONE DI VIGILANZA METEO: Ambiti territoriali in cui è suddiviso il territorio nazionale, adeguatamente individuati secondo dei criteri di omogeneità meteo-
Rappresentate nel Bollettino di Vigilanza Meteorologica nazionale, ad ognuna delle 45 aree sono associati un colore di sfondo e, quando opportuno, una certa casistica di simboli per fornire una descrizione di semplice impatto visivo dei fenomeni meteorologici significativi previsti sulle varie porzioni di territorio.
ZONIZZAZIONE (o zonazione): Individuazione e conseguente classificazione di zone del territorio nazionale, in funzione della pericolosità degli eventi attesi nelle medesime zone. In ambito sismologico, attribuzione a un determinato territorio suddiviso in zone, di un grado di sismicità utilizzato per la determinazione delle azioni sismiche e l’applicazione di norme tecniche. I comuni che ricadono in queste zone sono inseriti in elenchi, e classificati di conseguenza.
Fonte: Sito del Dipartimento della Protezione Civile –